“E’ un’architettura che è e non è. Spero di condurre l’utente in nuovo stato dell’esistenza, una celebrazione della maestà urbana, del pensiero e della percezione. Sebbene appaia innovativo, questo progetto presenta strutture primitive e antiche. Il risultato è un edificio che racchiude l’essenza dell’architettura”.
E l’essenza dell’architettura Ambasz la trova su una collina di ulivi, dove due pareti poste ad angolo retto esaltano la sommità. Un portale posto sullo spigolo segnala l’ingresso; sopra di esso un mashrabiya – un sistema di raffrescamento passivo tipico delle zone del Nordafrica e del mondo arabo – incornicia il paesaggio andaluso. L’accesso al mirador avviene tramite due scalinate ripide aggrappate ai due muri.
La casa è interamente ipogea e solo i lucernai nel terreno ne fanno percepire la presenza. Il patio d’ingresso, a pianta quadrata, e il patio più privato di forma ovale forniscono la luce necessaria agli ambienti interni. Questo progetto vede il rispetto nell’uso dei materiali della tradizione del luogo, una sagace reinterpretazione ne rende ancora oggi un progetto attuale.
Espressione della semplicità architettonica, pioniera di una filosofia legata a progetti energeticamente efficienti, la casa de ritiro spiritual ha avuto numerosi riconoscimenti tra cui il Progressive Architecture First Award e l’AIA Award.
“Credo che il reale compito dell’architettura inizi una volta che i bisogni funzionali e comportamentali siano stati soddisfatti. Non è fame, ma amore e paura, e qualche volta meraviglia, che ci fanno creare. Il contesto sociale e culturale dell’architetto cambia costantemente ma il suo ruolo resta sempre lo stesso: dare forma poetica a esigenze pragmatiche”.
Architetto: Emilio Ambasz
Localizzazione: Siviglia, Spagna
Cronologia: 1975 – 1978
Committente: Roda S.L.
Foto: casaderetiroespiritual
Localizzazione: Siviglia, Spagna
Cronologia: 1975 – 1978
Committente: Roda S.L.
Foto: casaderetiroespiritual
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